Prima Giornata da Pilota

Il mercoledì del tagliando furgo, perché io dal meccanico vado comoda comoda a Casale Monferrato… Abbiamo quindi pensato di organizzare per tempo due bipo, avrei dovuto portare due amici però il mercoledì mattina del tagliando è diventato “diluvia, oggi non si vola!” e pazienza, mi ero già rassegnata. Avevo comunque un po’ di lavori grafici da portare avanti ed ero contenta di ottimizzare il mio tempo in aeroporto.

Durante la giornata è poi un pochino migliorato ma con un vento forte e nuvoloni brutti. “Vuoi andare in volo? Ho una passeggera se migliora ancora un po’!”, guardo fuori, la manica, il cielo, le foglie delle piante, non volano neanche gli uccelli. “Tu che dici?” chiedo a Silvio. “Ormai devi decidere tu…”. Tra una foto e l’altra ricontrollo fuori, ma non sono per niente convinta. “Per me è no.” dico abbastanza convinta. Poi ero anche stanca. La questione sembra chiusa così.

Dopo un po’ di lavoro sul blog Silvio inizia a chiedermi a che punto sono, quanto mi manca, cosa devo fare ancora e che a breve mi avrebbe spiegato delle cose. Io un po’ sovrappensiero rispondo e non do peso. Dopo qualche minuto: “Ma hai deciso di farmi fare il bipo?!” un po’ allarmata. “Ovvio!”. Rassegnata continuo a discutere, che avevo valutato che le condizioni non erano adatte, che “guarda è tutto nero” (non era vero), “senti sta tuonando!” (non era vero) e “ti ho detto che non voglio!” (questo era vero). Tutto inutile, come sempre, inutile discutere “tanto alla fine decido io” me lo ricorda… un’agitazione divertente.

Mi dice che avrei portato una ragazza, paracadutista, tranquilla che non mi avrebbe creato problemi in volo. Riguardando fuori le condizioni sono obiettivamente buone, ho voglia di volare! “Allora, oggi fai la tua prima Giornata da Pilota…” attimo di panico: “io, cosa?”. Di nuovo agitazione. Mi spiega tutto quello che avrei dovuto fare, le prove di pilotaggio da far fare e vari esercizi. Le mie condizioni sono obiettivamente di agitazione.

Passano i minuti, tiriamo fuori il Coavio, lo preparo e lo controllo bene. Ho sperato fino all’ultimo che fosse uno scherzo e arrivasse uno dei due amici che sarebbero dovuti venire in questo mercoledì del tagliando, questo mercoledì piovoso che di umido non ha più niente, tranne il sudore freddo sulla mia fronte.

Nicole arriva in perfetto orario, compilazione dei documenti, due spiegazioni e la faccio accomodare sul Coavio. Siamo pronte, dopo tutti i controlli, le prove motore, comunico che ci allineiamo per decollare 36, vista un piccola componente da nord “ottimo così atterriamo 36 che è il mio atterraggio preferito!” penso. Ho avuto poche occasioni per pensare perché non sapendo come organizzarmi “la giornata da Pilota” ho optato per spiegare tutto quello che stavo facendo azione dopo azione.

“I-A418 allineato, decollo 36” e dopo aver ricevuto la conferma da Silvio, guardo Nicole: “andiamo?” a quel punto io volevo solo volare e anche lei sembrava pronta: “andiamo!”. Tutto il motore, alleggerisco per sollevare il ruotino, aspetto gli 80 km/h e si stacca da solo il Coavio. Siamo in volo, io molto soddisfatta del mio decollo. Continuo a spiegare tutto ciò che faccio, mostro come leggere la strumentazione, i dati fondamentali, quota e velocità, a 600 piedi tolgo i flaps, poi la pompa a 1000 e poi a 1500 livello ed a quel punto sono già sopra la zona per fare un po’ di esercizi. Mi tengo come riferimento il laghetto, però gironzolo un pochino per cercare una zona con meno turbolenza possibile. “Accendiamo anche il GPS che non si sa mai!” un po’ preoccupata di concentrarmi solo sulle manovre ed allontanarmi troppo.

Facciamo un po’ di salita, un po’ di discesa, la faccio pilotare e provare anche delle virate e il mio pensiero va alla prima volta che ho provato io… che sensazione strana. “Quella pallina è il virosbandometro, se fai le virate bene e rientri bene, rimane sempre al centro! Mi capita di non rientrare alla perfezione, non sono Silvio” ci scherzo un po’ su, mentre fa i suoi tentativi e le faccio sentire anche l’effetto dei pedali sulla coda del Coavio. Mi sono resa conto che mi stavo divertendo!

Avviso via radio che ho intenzione di rientrare e chiedo la direzione del vento a terra. Si imposta il circuito 36 anche per l’atterraggio, quindi abbiamo ancora un bel pezzetto in volo per osservare in giro, fare qualche prova e continuare con le spiegazioni. Arrivo alla fine del sottovento un po’ alta, i nuvoloni sopra erano allegri, ma allargo bene: “noi che arriviamo dal parapendio o tu dal paracadutismo, siamo un pochino avvantaggiati quando dobbiamo impostare l’atterraggio, sopra quelle piante laggiù ci dobbiamo arrivare con 1000 piedi” e continuo a chiacchierare e sopra le piante ci arrivo precisa a 1000 piedi. Siamo in base e le chiedo di spostare i piedi “così sono più tranquilla io” quasi giustificando la mia ansia che potesse incasinarmi all’ultimo. Non è stata mancanza di fiducia, avevo bisogno di stare tranquilla. In finale con la quota e la velocità ottimale: “tra poco sentirai l’avvisatore di stallo, non ti spaventare!” anticipo tutto ciò che sarebbe successo, quel suono le prime volte per me era terrificante.

In pista, inizio a raccordare, piano, la velocità è sempre perfetta a 100 km/h. All’ultimissimo appoggio il Coavio con una delicatezza che ha sorpreso anche me. “Un atterraggio più morbido di così non potevo farlo!” le dico con una felicità incredibile. Finalmente posso ricominciare a pensare tra me e me: “anche questa passeggera è viva!”.

Le faccio provare a tenere l’aeroplano sulla stradina controllando con la pedaliera, lo riportiamo in hangar e mi aiuta anche nella pulizia. Io stanca, rilassata e appagata da questo volo incredibilmente bello.

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