Non credo nella sfiga – Capitolo 5

Non credo nella sfiga ma nel frattempo il termotecnico aveva consigliato di abbassare di qualche grado, in questo modo la stufa ha rilasciato una quantità d’acqua sporca di roba bruciata maggiore rispetto al solito, il 18 dicembre 2020 arrivo a casa dal lavoro verso le 16.30 e trovo la corrente saltata e tutta la casa piena di fumo. Cuore in gola, preoccupata per cani e gatti all’interno dal mattino, non ho idea di quanto tempo siano rimasti in quella situazione con l’aria irrespirabile, ma a parte la gatta che ha avuto problemi respiratori per qualche giorno, i cani e l’altro micio sembravano stare bene. Uno spavento incredibile, stress, nervoso, dispiacere e una serie di sensazioni negative.


Non credo nella sfiga – presentazione

Il racconto della mia casa diventata inagibile, le aspettative, i disagi, le difficoltà, la psicoterapia, il ricovero, l’impossibilità di trovare un’altra casa che accettasse cani, l’avvicinamento al pugilato e i miei due brevetti di volo durante tutto questo casino.


Il salvavita

“Sono arrivata e c’era il contatore saltato e puzza di bruciato, fumo in casa. Ho aperto tutto, le prese erano tutte ok, l’unica cosa strana era la stufa che aveva perso un bel po’, però non c’era la presa bagnata, ho asciugato, l’ho riavviata ed è partita, ho tirato su il contatore. Ti va di buttare un occhio che non prenda fuoco tutto? Grazie.” Comunico l’accaduto al proprietario di casa.

“Sto tornando in ufficio. Intendi il contatore fuori o il salvavita dentro la casa?”.

“Il salvavita è dell’impianto appena fatto che è nuovo. Se è saltato o c’è stato un sovraccarico oppure… dimmi cos’era collegato alla corrente insieme alla stufa. C’era la lavatrice? Il boiler? Il deumidificatore?” mi chiede per indagare sull’accaduto. “C’era la stufa, il boiler, ma non era attivo, il deumidificatore e basta. La cosa che mi ha preoccupata è il fumo in casa e la puzza di bruciato, ho aperto ed è uscito in fretta.” Mi risponde che sarà stato qualche elettrodomestico collegato andato in corto. Del resto, stava andando al lavoro, la casa può aspettare!

Nel pomeriggio parlando anche con la proprietaria di casa mi conferma di aver visto, dalla sua finestra nella mia direzione, una grossa fumata nera uscire dalla canna fumaria. Io allibita per non essere stata informata subito dell’accaduto e sconcertata dal fatto che essendo i proprietari, vicini di casa (proprio affianco), in possesso delle chiavi, non abbiano controllato immediatamente lo stato della casa e se gli animali all’interno fossero vivi o morti.

Cerco di non pensarci, sto con i miei animali, cambio l’aria in casa, pulisco tutto ed è già ora di andare a dormire. Mi sdraio, libero la mente, penso al volo, mi addormento abbastanza in fretta.

Il giorno dopo è stato pieno di sorprese! La sera del 19 dicembre 2020 vado a dormire in motel a Busto Arsizio che si trova in provincia di Varese in Lombardia, io vivevo in provincia di Novara, in Piemonte. Niente di strano, ma parliamo di dicembre 2020, pandemia, zona rossa, divieti cambio regione, autocertificazioni… Cosa mi avrà spinta a rischiare tanto e scappare da casa? “Io non posso stare qui a dormire, mi cerco una stanza per la notte!” ho detto al telefono alla proprietaria. La risposta è stata una sconcertante risata, difficile da dimenticare. Risata che avrei interrotto a sberle, decisi di portare a termine il mio progetto per la notte per evitare di commettere azioni illegali.

Una giornata difficile

Incredibilmente mi ritrovo a scrivere questi paragrafi esattamente a cavallo tra gli stessi giorni 18 e 19 dicembre, poi le pubblicazioni le aggiornerò con ordine cronologico per avere i post della categoria “venerdì 13” tutti in ordine. Una bellissima coincidenza comunque!

Recuperare messaggi e foto per riscrivere queste righe fa ancora un certo effetto, ma quante cose sono cambiate, quanto sono cambiata io! Mi ritrovo oggi con una cucciolina nuova, un micio non c’è più e non ci sono più neanche tre dei cani che erano con me durante queste disavventure. Ho una casa grandissima e molto bella, ma cosa ancor più importante: sto bene!

Il giorno che ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo: il cesso

Il 19 dicembre 2020 il risveglio è confuso, con un forte mal di gola e tosse, mi sento strana, fuori è ancora buio. Devo andare a Bergamo a fare docenza, la sveglia non è ancora suonata. Cosa c’è che non va? Fumo, c’è ancora la casa piena di fumo! Scendo dal letto a soppalco, mi gira la testa, la gola brucia e anche gli occhi. Butto fuori i cani e apro completamente le due finestre e una delle due porte, quella in cui era presente una griglia da poter chiudere per non far scappare i gatti. Sono confusa ma anche molto arrabbiata e preoccupata.

Lascio perdere la stufa, non la pulisco e non la provo a riaccendere. Dopo aver cambiato aria in casa, sistemo i gatti, carico tutti i cani sul furgone e ci avviamo per andare a Bergamo per la mia giornata di docenza. Durante il viaggio avviso il proprietario con un vocale che riascoltandolo in questo momento mi trasmette ancora tutta l’agitazione di tre anni fa. “La stufa non sta funzionando, butta dentro fumo in casa, stanotte mi sono svegliata alle 4.00 perché c’era tutto il fumo. Non si respirava, ho aperto. Sembra che il fumo invece di uscire, torni dentro in casa. L’ho spenta ed ha perso tanto liquido. Sto andando a Bergamo a fare il corso, ho lasciato tutta la carta assorbente per terra, poi pulisco. Se tu hai voglia di buttargli un occhio, io non ho capito cosa è successo. L’ho pulita ieri mattina ma dentro è completamente nera, è sporchissima”.

Specifico che sto pulendo accuratamente la stufa tutte le mattine, perché nei giorni precedenti ero stata accusata attribuendo il malfunzionamento ad una scorretta pulizia. Mi risponde a metà giornata “Ti mando la foto del braciere perché era pieno pieno dal fondo fino a sopra quindi secondo me se non hai infilato dentro bene il tubo dell’aspiratore è rimasto dentro tutto il pellet” insiste attribuendo il problema ad una scarsa pulizia. La cosa mi fa infuriare, è ingiusto, è scorretto, è da ignoranti.

“Con il tuo aspirapolvere ho tolto prima il sacchetto, così non si sporca e poi ho aspirato tutta la cenere!” il vocale è ancora a metà riproduzione metto in pausa un attimo. Sacchetto? Del mio aspirapolvere senza sacchetto? Quale sacchetto? “Si sarà confuso” penso senza dare troppo peso.

“Ho tolto il braciere, ti faccio vedere il residuo che c’era dentro così mi dici come lo pulisci tu, eventualmente ti faccio vedere come lo pulisco io in modo da togliere tutto il residuo. Comunque secondo me adesso non dà più problemi, avendo il braciere vuoto non scarica più neanche la condensa. Comunque stasera quando arrivi a casa prova ad accenderla e poi mi dici come va”. In poche parole mi accusa di questi venti giorni di malfunzionamento della stufa. Senza parole, sono a Bergamo, a fare docenza, in pausa pranzo ad ascoltare un’accusa ingiusta. Per fortuna ho l’abilità, durante il lavoro, di mettere da parte tutti i problemi ed emozioni collegate. Continuo con successo la mia giornata.

Il sacchetto dell’aspirapolvere senza sacchetto

Torniamo al momento del “con il tuo aspirapolvere ho tolto prima il sacchetto, così non si sporca e poi ho aspirato tutta la cenere!”. Si trattava di un altro aspirapolvere? No, ovviamente stavamo parlando del mio nuovo aspiratutto. Era la protezione che avvolge il filtro e così il proprietario di casa ha usato il mio aspirapolvere professionale, togliendo la copertura del filtro e usandolo per aspirare cenere. L’ho già detto che al mattino ero allibita? Bene, lo ero anche alla sera, dopo una giornata di docenza a Bergamo, mentre guidavo per tornare a casa ed ho realizzato a cosa si riferiva con “sacchetto” di un aspirapolvere senza sacchetto.

Il rientro a casa la sera del 19 dicembre 2020

Il viaggio verso casa procede, stanca, affamata, molto infreddolita, non vedevo l’ora di arrivare, sistemarmi e andare a riposare. Non ero troppo preoccupata per la stufa perché avevo deciso proprio quel giorno che avrei usato quella elettrica. Inizio a farmi venire dei dubbi riguardo la stufa “se non l’avessi pulita bene io? Se avesse ragione? Dovrei provarla… Mi sembra davvero strano, ma la riproverò!”. Sono quasi a casa, immagino già una bella doccia calda, non lunga come quelle a cui ero abituata perché il boiler elettrico aveva una durata molto limitata, ma ero comunque intenzionata a godermela tutta.

Arrivata, finalmente! Scarico i cani, li lascio gironzolare, momento della pappa, saluto e coccolo velocemente i mici e corro in bagno, mi scappava tantissimo la pipì e in casa faceva molto freddo “i mici aspettano un attimo” penso mentre uno di loro mi stava comunque tampinando.

Disperazione improvvisa nel momento in cui tiro lo sciacquone. Cosa può essere successo? Cos’altro può andare storto? Comunque io non credo nella sfiga. Non basta la casa che puzza di bruciato, la casa fredda a metà dicembre, la casa con l’acqua che cola dalle pareti e bagna i mobili nuovi? Quando ho tirato lo sciacquone, l’acqua anziché scaricare si è riversata tutta nel bagno uscendo da sotto il water. In quel momento sono impazzita. Arrabbiata, furiosa, disperata! Perché? Cos’è successo ancora?

Questa giornata la posso considerare come l’inizio della sfiga. Da qui in avanti è solo andata peggio.

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